«Per l’8 marzo non potevamo organizzare una festa perché eravamo ormai troppo deboli e affamate, quindi decidemmo di tenere una conferenza. […] Tra di noi, oltre alle comuniste e alle socialiste, vi erano anche cattoliche ed ebree; vi erano operaie che conoscevano la lotta di classe, ma anche contadine e proprietarie di terre; vi erano impiegate, funzionarie dello Stato.
L’incarico di tenere la conferenza fu dato a me.
Dapprima le compagne chiedevano una conferenza solo per noi, cioè se non proprio per le comuniste, riservata almeno alle politiche.
Mi opposi risolutamente; se volevamo fare una conferenza per l’8 marzo, questa doveva interessare tutte le deportate, fossero o no politiche.
Dovevamo ricordare non solo le comuniste o le resistenti, ma anche le patriote di tutti i secoli, quelle donne che ovunque avevano lottato, in un modo o nell’altro, per il progresso e la libertà.
Perciò dovevamo parlare, oltre che di Lucrezia e di Giovanna d’Arco, anche delle serve della gleba insorte con la jacquerie del 1358 e delle calzettaie della Rivoluzione francese, delle comunarde di Parigi e delle setaiole di Lione, delle suffragette inglesi e delle martiri di Chicago, delle rivoluzionarie russe e delle insorte di Torino, delle scioperanti contro i padroni e contro i fascisti».
L’incarico di tenere la conferenza fu dato a me.
Dapprima le compagne chiedevano una conferenza solo per noi, cioè se non proprio per le comuniste, riservata almeno alle politiche.
Mi opposi risolutamente; se volevamo fare una conferenza per l’8 marzo, questa doveva interessare tutte le deportate, fossero o no politiche.
Dovevamo ricordare non solo le comuniste o le resistenti, ma anche le patriote di tutti i secoli, quelle donne che ovunque avevano lottato, in un modo o nell’altro, per il progresso e la libertà.
Perciò dovevamo parlare, oltre che di Lucrezia e di Giovanna d’Arco, anche delle serve della gleba insorte con la jacquerie del 1358 e delle calzettaie della Rivoluzione francese, delle comunarde di Parigi e delle setaiole di Lione, delle suffragette inglesi e delle martiri di Chicago, delle rivoluzionarie russe e delle insorte di Torino, delle scioperanti contro i padroni e contro i fascisti».
Teresa Noce, Rivoluzionaria professionale, 1974, pp. 312 ss.
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