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Visualizzazione dei post da 2020

Vajont, una tragedia da non dimenticare - di Ilaria Romeo

Vajont è il nome di un torrente che scorre nella valle di Erto e Casso per confluire nel Piave in provincia di Belluno. 
La sera del 9 ottobre 1963 una sua ondata seminerà morte e desolazione.  La stima più attendibile è, a tutt’oggi, di 1910 vittime. 1910 vittime causate da tre, fondamentali ed evitabili (il processo celebrato nelle sue tre fasi dal 25 novembre 1968 al 25 marzo 1971 si concluderà con il riconoscimento di responsabilità penale per la previdibilità di inondazione e di frana e per gli omicidi colposi plurimi), errori umani: l’aver costruito la diga in una valle non idonea sotto il profilo geologico; l’aver innalzato la quota del lago artificiale oltre i margini di sicurezza; il non aver dato l’allarme la sera del 9 ottobre per attivare l’evacuazione in massa delle popolazioni residenti nelle zone a rischio di inondazione. “Quella sera maledetta - racconta Renzo, un sopravvissuto - io, otto anni, dormivo in camera con mia sorella di dieci anni al terzo piano della mia cas

Il discorso della vergogna - di Ilaria Romeo

  “L’ebraismo mondiale è stato, durante sedici anni, malgrado la nostra politica, un nemico irreconciliabile del Fascismo”. Così Benito Mussolini preannunciava a Trieste, in piazza Unità d’Italia, il 18 settembre 1938 , l’imminente promulgazione delle norme razziali sul territorio italiano. “Nei riguardi della politica interna, il problema di scottante attualità è quello razziale - affermava nel tristemente noto discorso il duce - Anche in questo campo noi adotteremo le soluzioni necessarie. Coloro i quali fanno credere che noi abbiamo obbedito ad imitazioni, o peggio, a suggestioni, sono dei poveri deficienti, ai quali non sappiamo se dirigere il nostro disprezzo o la nostra pietà. Il perché sono abituati ai lunghi sonni poltroni. E’ in relazione con la conquista dell’Impero, poiché la storia ci insegna che gli imperi si conquistano con le armi ma si tengono con il prestigio, occorre una chiara, severa coscienza razziale che stabilisca non soltanto delle differenze ma delle superiori

Lavoro e conoscenza - di Ilaria Romeo

Dopo la Liberazione Bruno Trentin si iscrive al Partito d’Azione. Vive in questo periodo tra Milano, Padova, dove si iscrive all’Università nella Facoltà di Giurisprudenza, e Treviso, dove risiede la famiglia.  Partecipa in modo intenso alla tormentata storia del PdA fino al suo scioglimento nell’ottobre 1947.  Nel mentre si reca negli Stati Uniti, ad Harvard, grazie all’interessamento di Gaetano Salvemini per approfondire la tesi di laurea.  Si laurea a Padova il 16 ottobre 1949, nell’Istituto di Filosofia del diritto di Norberto Bobbio con la tesi «La funzione del giudizio di equità nella crisi giuridica contemporanea (con particolare riferimento all’esperienza giuridica americana)». Relatore Enrico Opocher, sostituto di Bobbio da poco andato a Torino.  La documentazione relativa alla carriera accademica di Trentin è conservata presso l’Archivio generale dell’Università degli studi di Padova.  La sua domanda di immatricolazione al primo anno della Facoltà di Giurisprudenza  è accolta

10 curiosità sulla festa dell'estate - di Ilaria Romeo

1. Il nome ‘Ferragosto’ deriva dal latino feriae Augusti (riposo di Augusto - Ottaviano Augusto) ed originariamente indicava un periodo di riposo e di festeggiamenti traenti origine dalla tradizione dei Consualia - feste che celebravano la fine dei lavori agricoli - dedicate a Conso, dio della terra e della fertilità. 2. Anticamente le feriae Augusti erano celebrate il 1° agosto. Ma i giorni di riposo (e di festa) erano in effetti molti di più. 3. In occasione del Ferragosto i lavoratori porgevano i propri auguri ai padroni ottenendo in cambio una mancia. L’usanza in età rinascimentale sarà resa obbligatoria nello Stato Pontificio. 4. La festività sarà acquisita dalla Chiesa Cattolica attorno al VII secolo, quando si iniziò a celebrare l’Assunzione di Maria. Il dogma dell'Assunzione (riconosciuto come tale solo nel 1950) stabilisce che la Vergine Maria sia stata assunta in cielo sia con l’anima sia con il corpo. 5. La tradizione popolare della gita turistica di Ferragosto nasce du

La prima donna - di Ilaria Romeo

Tina Anselmi nasceva 93 anni fa, il 25 marzo 1927 a Castelfranco Veneto. Dirigente del sindacato dei tessili dal 1945 al 1948 e del sindacato degli insegnanti elementari dal 1948 al 1955, la partigiana Gabrilella è, dal 1958 al 1964, incaricata nazionale dei giovani nella Democrazia cristiana. Deputata dal 1968 al 1992, dal 29 luglio 1976 è ministra del Lavoro e della previdenza sociale nel governo Andreotti III. Dopo l’esperienza al Ministero del lavoro, è nominata ministro della sanità nei governi Andreotti IV e V. Nel 1981, nel corso della VIII legislatura, viene nominata presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla Loggia massonica P2 di Licio Gelli. Riceve nel 2009 il Premio Articolo 3 per il 2008 come “riconoscimento all’attività svolta durante tutta una vita spesa - anche a rischio della medesima - al servizio della libertà e dei valori di uguaglianza sanciti proprio dall’articolo 3 della nostra Carta Costituzionale”. Definita dai suoi compagni di partito la “Tin

100 anni fa, a Trieste, l'incendio del Narodni dom - di Ilaria Romeo

Il 13 luglio del 1920, dopo un comizio, un gruppo di estremisti fascisti e nazionalisti attacca e da fuoco, a Trieste, a venti edifici tra i quali il Narodni dom, nel corso di quello che Renzo De Felice ha definito ‘il vero battesimo dello squadrismo organizzato’. “L’anima grande del comandante Gulli - affermava il segretario cittadino del Partito Fascista, Francesco Giunta - barbaramente ucciso, vuole vendetta. Fratelli, che avete fatto voi del provocatore pagato? È stato poco, dovevate uccidere! Bisogna stabilire la legge del taglione. Bisogna ricordare ed odiare (...). Gulli era l’uomo di Millo, il più grande ammiraglio che abbia avuto l’Italia. Gulli va vendicato (...) L’Italia ha portato qui il pane e la libertà. Ora si deve agire; abbiamo nelle nostre case i pugnali ben affilati e lucidi, che deponemmo pacificamente al finir della guerra, e quei pugnali riprenderemo - per la salvezza dell’Italia. I mestatori jugoslavi, i vigliacchi, tutti quelli che non sono con noi ci conos

Lavorare meno, lavorare tutti - di Ilaria Romeo

Se otto ore vi sembran poche provate voi a lavorare …. Nel primo Congresso dopo la guerra la Fiom conta 47.192 iscritti e 102 sezioni. Meno di un anno dopo, il 20 febbraio 1919, la Federazione firma con la Confederazione degli industriali un accordo per la riduzione di orario a 8 ore giornaliere e 48 settimanali (l’accordo prevede tra l’altro il riconoscimento delle Commissioni interne e la loro istituzione in ogni fabbrica; la nomina di una Commissione per il miglioramento della legislazione sociale e di un’altra per studiare la riforma delle paghe e del carovita). Recita tra l’altro l’accordo: “Con l’approvazione avvenuta del Regolamento unico per tutte le Officine meccaniche, navali e affini, l’orario di lavoro viene ridotto rispettivamente da 55, 60 a 48 settimanali come indicato dall’art. 6 del Regolamento stesso. Per gli stabilimenti siderurgici tale orario viene ridotto da 72 a 48 ore, con l’adozione dei tre turni, come stabilito dall’art. 6 del Regolamento unico per gli

LA CAPITANA CONTRO IL CAPITANO - di Ilaria Romeo

Il 12 giugno 2019 la nave Sea-Watch raccoglie 53 migranti nel Mediterraneo al largo della costa libica, dirigendosi verso Lampedusa dopo aver respinto un’offerta di attracco a Tripoli, considerata non sicura dall’UE e dalle organizzazioni umanitarie.  Il 14 giugno, l’Italia chiude i suoi porti alle navi di salvataggio dei migranti. Solo dieci migranti, compresi bambini, donne in gravidanza e malati, sono autorizzati a sbarcare. La situazione sulla Sea-Watch diventa sempre più difficile ed il 29 giugno, di fatto senza autorizzazione, la capitana Carola decide di attraccare. La Rackete sarà arresta subito dopo l’ormeggio con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e resistenza a pubblico ufficiale. Trascorrerà quattro giorni agli arresti domiciliari, ma sarà rilasciata dopo una sentenza del tribunale che dichiarava non avesse infranto alcuna legge e che avesse agito per proteggere la sicurezza dei passeggeri, sentenza confermata in tutti i gradi di giudizio

“L’equilibrio ecologico è una questione ineludibile”, la priorità ambientale nel pensiero di Bruno Trentin – Ilaria Romeo

Nel febbraio del 2000, non molto tempo dopo i fatti di Seattle e il fallimento del vertice del Wto, gli Editori Riuniti davano alle stampe il volume Processo alla crescita. Ambiente, occupazione, giustizia sociale nel mondo neoliberista, a cura di Carla Ravaioli e Bruno Trentin. Scriveva la giornalista e politica nella nota a cura dell’autore: “Nei numerosissimi pubblici incontri, dibattiti, seminari, convegni, che scandiscono la vita della politica, di destra come di sinistra, moderata o estrema, è molto raro ascoltare qualcuno che, senza esservi in alcun modo sollecitato, dichiari la propria preoccupazione per l’ambiente e sollevi qualche dubbio sulla positività assoluta della crescita produttiva, così come da tutti viene celebrata e invocata a soluzione di ogni nostro male. Se questo accade, per una come me, che da anni del problema ambiente e della critica all’ideologia della crescita ha fatto oggetto centrale della propria riflessione, il desiderio di confrontarsi e discutere

Un compleanno Manifesto - di Ilaria Romeo

L’XI Congresso del Pci (febbraio 1966) finisce amaramente per la sinistra ingraiana: Luigi Pintor e Rossana Rossanda restano membri del Cc ma vengono ambedue sollevati dalle loro precedenti funzioni, Luciana Castellina e Filippo Maone vengono allontanati da Botteghe Oscure, Lucio Magri rimosso dalla Commissione di massa. Il  23 giugno 1969 viene dato alle stampe dalla Dedalo editore in 75.000 copie il primo numero della rivista Il Manifesto , all’inizio rivista politica mensile diretta da Lucio Magri e da Rossana Rossanda. Alla sua redazione partecipano Luigi Pintor, Aldo Natoli, Valentino Parlato, Luciana Castellina, Lidia Menapace e Ninetta Zandegiacomi. La veste grafica è curata da Giuseppe Trevisani. L’editoriale  del  primo numero - non firmato - dal titolo “Per un lavoro collettivo” rappresenta  la  linea programmatica della rivista e del gruppo stesso (con la trasformazione in quotidiano avvenuta il 28 aprile 1971, Il Manifesto si costituisce anche come struttura p