I primi giorni della Resistenza a Genova (settembre 1943 - febbraio 1944). Dall'Archivio storico CGIL nazionale il diario di Franco Antolini
11 settembre 1943
I tedeschi di Savona, dopo averci
minacciato di fucilazione per il nostro rifiuto di consegnare loro i documenti
amministrativi del XV Anticentro di cui eravamo soldati, ci hanno spogliati
delle divise e rimandati a casa. La pagheranno.
21 settembre 1943
Abbiamo già qualche tavoletta al 25.000
dell’Istituto geografico per le quattro zone montane della Liguria: ne
occorrono altre, e bisogna fare copie di quelle che abbiamo. La Ditta E.A.
monterà nella mia officina un “reparto riproduzione disegni” che riprodurrà le
carte: ma dove trovare la carta fotografica sottile, in larghi fogli? Contatti
con lo studente di Torriglia che ne promette.
Adesso ho stabiliti contatti con
impiegati della Unione industriali: Pieragostini [Raffaele Pieragostini] si diverte all’idea
che la lotta contro il capitalismo filo nazista trovi punti d’appoggio in casa
del nemico, e a sue spese. Paggi è l’elemento migliore di questo ambiente:
chiede anche libri, pensa, discute. Non ci tradirà (Agostino Paggi è morto a
Mauthausen, vittima ignorata della nostra fede, con grande fierezza).
1° ottobre 1943
Sull’Antola c’è già un gruppo di nostri
elementi: a Favale anche: sui monti sopra Voltri e sopra Pontedecimo anche.
Abbiamo dati, ai singoli responsabili di zona, nomi dei mesi. Gennaio e Febbraio
sono a ponente e in Polcevera; Marzo è a Favale; Aprile sull’Antola.
A Lavagna lavorano Bini [Giovanni Serbandini] e suo cognato; un
gruppo di giovani, professori, studenti e operai. Sono rientrati in
circolazione Buranello [Giacomo Buranello] e i suoi compagni, arrestati nell’ottobre del 1942 a Sampierdarena:
lavorano tra gli studenti, ma pensano più a trovare armi che a leggere
dispense.
10 ottobre 1943
Un comunista ogni dieci che salgono ai
monti è l’obiettivo iniziale che si pone il partito della classe operaia. Qui
ne salgono otto su dieci. Pieragostini mi presenta a Castelletto, tra un
vento furioso che tiene lontani tedeschi e benpensanti Lucio e Paolo [?]: uno
esce da anni di galera, l’altro viene dall’esilio. Male vestiti, debilitati
dagli stenti, saliranno in settimana sui monti.
23-24 ottobre 1943
Riunione sull’Antola: Paolo prende le
consegne da Aprile; Marzo, zoppicante con barba da mazziniano e mantellaccio da
contadino spagnolo, è giunto a piedi da Favale, via Barbagelata.
Ardesio [Ingegner Agostini (Pietra o Ardesio)] e Falini [?] sono saliti
da Genova, altri da Torriglia. Ispezioniamo e lasciamo presidiata la zona
Antola - Capanne di Carrega. La notte nella “Casa del romano” è stata passata,
tra le paure della padrona, i nostri fucili, la pioggia di fuori e la fame di
dentro. La sera del 24 a mezzanotte arriviamo con Ardesio a Busalla,
piena di tedeschi. La montagna era deserta e ci aveva dato senso di sicurezza:
i fascisti restano tappati nelle loro casermette di avvistamento antiaereo,
dalle quali occorre sloggiarli al più presto, come si è convenuto sull’Antola.
Dormiamo da Macciò [Enrico Macciò], che (sappiamo poi) nasconde noi al piano terreno, in camera da pranzo; Dellepiane
[Arturo Dellepiane] al primo piano, Sem Benelli al secondo, e riceve all’indomani la visita
di un tizio che mi rifiuto di conoscere e che si scoprirà poi essere una spia
dei tedeschi (Macciò pagherà cara la sua entusiastica imprudenza: è caduto
anch’egli a Mauthausen nel 1944). Ripartiamo con una certa urgenza
all’indomani.
Fine ottobre (cancellato) 1943
Le prime casermette fasciste sono state
assaltate: gioia di leggere la notizia, tanto attesa, nei giornali fascisti. Il
tenete delle brigate nere è caduto a Sampierdarena. I Gap si affiancano
nell’azione ai gruppi partigiani. Elementi di altre correnti politiche, prima
dubbiosi, sono ora presi dall’entusiasmo. Il buon Pepe [Giuseppe Bianchini] ha già pronta la
“zucca” per la emissione della nostra moneta. I nemici sono numerosi: è saltato
un ponte e si è data la colpa a un fulmine. Poi ne è saltato un altro in piena
giornata di sole. Un compagno di Certosa mi telefona un giorno chiedendomi come
mai si sente sparare e non è suonata la sirena d’allarme: è il comunicato che
l’operazione dei Gap di Certosa è riuscita. Abbasso il ricevitore e faccio un
salto di gioia.
4 novembre 1943
Sul monumento ai caduti di Lavagna si è
trovato scritto: A morte i tedeschi, viva la libertà. Gli autori, da domani,
partiranno ai monti: chi sa dove finirà Piccolo campo di Caldwell che avevo
prestato a uno di loro.
Novembre 1943
Sciopero dei tramvieri. E’ riuscito
superbamente. A colazione incontro Manes [?]: è tanto contento da diventare
pericoloso: beviamo alla salute dello sciopero e dei tramvieri. Hanno arrestati
Guglielmetti [Romeo Guglielmetti] ed altri: cadranno da eroi, come hanno combattuto in questi giorni. Rino
Mandoli, dopo otto anni di galera, prende il suo posto tra noi. (Rino Mandoli -
Sergio - salì poi a Capanne di Marcarolo. Fu catturato come borsanerista,
tradotto ad Alessandria, riconosciuto da veneziani, fu poi trasferito a Genova.
Fu ospite della stessa mia cella alla IV Sezione: pensammo di essere fucilati
insieme. Deportarono me ed uccisero lui,sul Turchino, nel maggio 1944. Caro
grande Sergio).
Fine novembre 1943
Funziona, come può, il primo Comitato
militare di Cln: Raimondo [Enrico Raimondo] per la Dc; Rapuzzi [?] per il Pda (poi
Lanfranco [Eros Lanfranco], poi Tomasi [Giovanni Trombetta, Tomasi]); Bruzzone [Dante Bruzzone] per i socialisti; Lazagna [Umberto Lazagna] per i liberali. Sede
il San Nicola, lo stesso Collegio dove, nel 1926, ci trovammo con Carlo
Roselli, Manzitti [Francesco Manzitti], Tarello [Mario Tarello], Sabatelli [Francesco Sabatelli] e altri, per ricostruire le file dell’antifascismo. Caro Marchi [Giulio Marchi], sempre eguale dopo
vent’anni, sempre antifascista, sempre coraggioso, sempre ingenuo.
Dicembre 1943
Nello o Nullo [?], ispettore delle
Brigate Garibaldi, non è malcontento del lavoro fatto a Genova: Dario,
ispettore del Gap, ci consegna la miccia che ci mancava sotto forma di uno
spago col quale teneva legato un suo pacco, ostentato sui treni e per la
strada. Litighiamo perché ne vogliamo un metro di più e lui ci assicura che
ripasserà quando sarà per finire. Il coprifuoco è alle 16. Lo porteremo a
Mezzogiorno!
Dicembre 1943
Continuano le ispezioni in montagna: sui
treni, nelle corriere, per le strade di Marassi, trovi sempre qualcuno che mi
conosce. Fino a quando crederanno che vado in cerca di patate per la famiglia?
Ispezione notturna agli uomini di Marzo, gente di Chiavari, emiliani
dell’esercito che non hanno potuto andare a casa, sua figlia che fa la
staffetta. Polenta e castagne secche: per festeggiarmi, anche il vino. Il
solenne e misterioso “Comitato militare di Cln” manda, per mio tramite, i
capitali occorrenti alla alimentazione e all’armamento: cinquecento lire.
Dicembre 1943
Ardesio ha trovato l’ufficiale
radiotelegrafista che aspettavamo. Lo battezziamo Bisagno [Aldo Gastaldi] e lo affianchiamo a
Bini [Giovanni Serbandini].
20 dicembre 194[3] (l’originale riporta
1944, ma dovrebbe trattarsi di un errore)
Porto Dante [Stanchi ?] a Cichero dove già
sono Marzo, Bini e Bisagno; il gruppo è di molte decine di uomini. Nasce il
problema della… licenza natalizia. I compagni stanno perdendo la nozione di
come sia difficile passare dai posti di blocco e venire in città. Soprattutto
non si rendono conto dei pericoli delle loro inevitabili confidenze familiari
al tavolo di Natale.
Battuta a Chiavari per scavare le armi
sepolte l’8 settembre: oggi abbiamo braccia disposte ad usarle bene. Rientrano
a mezzanotte incolumi: vestiti da contadini hanno sulle spalle alberelli
fasciati con piccole radici da un lato e foglie dall’altro. Slegati gli alberi
si rivelano fucili truccati. Danze notturne, sulla montagna, complice sicura.
Tra poco, se i contatto con Ruggiero daranno i frutti sperati, dovremmo avere i
primi lanci. Gli inglesi (quelli del colonnello Gore) non volevano farne perché
“ci sono troppi comunisti tra i partigiani”: gli americani pare non siano di
questa idea.
Gennaio 1944
“L’erba cresce d’estate”; “Le api hanno
il miele”: Radio Londra trasmette le parole d’ordine attese. I lanci ci
saranno.
I lanci ci sono stati. Lanfranco
inalbera per Genova una camicia bianca a righe azzurre, ricevuta dal cielo. Ma
ci sono anche scarpe, armi, cioccolata. I nostri uomini avranno meno fame.
20 gennaio 1944
Ispezione a Prato Sopralacroce, con Bini
e Bisagno. Il parroco, l’oste, la mia aria borghese, la loro da pirati barbuti,
un autista – maledizione – che mi conosce da ragazzo, a Cornigliano.
Usiamo i casoni di alloggiamento per il dispositivo strategico che era scoperto in quel settore: facciamo i tonti fino al momento di ripartire. Sapremmo poi che l’oste era una spia e che sapeva i nostri nomi: ci attenderà al varco per molto tempo per darli a Spiotta [Vito Spiotta].
Usiamo i casoni di alloggiamento per il dispositivo strategico che era scoperto in quel settore: facciamo i tonti fino al momento di ripartire. Sapremmo poi che l’oste era una spia e che sapeva i nostri nomi: ci attenderà al varco per molto tempo per darli a Spiotta [Vito Spiotta].
Chi di noi cadrà, cadrà per altri motivi
e in altre situazioni. La fortuna assiste i combattenti per la patria e per la
libertà.
Febbraio 1944
Siamo migliaia. I problemi di
approvvigionamento preoccupano Ardesio, che ha 600 uomini alla Benedicta.
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