La
mattina del 14 luglio 1948, il segretario del Partito comunista italiano
Palmiro Togliatti viene ferito dai colpi di pistola sparati dal giovane
studente siciliano Antonio Pallante.
Nel
libro Il fattaccio di via della Missione (Castelvecchi
2018), Graziella Falconi, giornalista, esperta di formazione politica e di
storia delle donne, racconta, avvalendosi dei documenti del Governo e del
Partito comunista, fatti, avvenimenti, retroscena, ordini e contrordini
succedutisi durante le calde giornate di un’estate che ha cambiato la storia
d’Italia.
Il
libro descrive l’attentato a Togliatti, il ritratto dell’attentatore - un
giovane dalla carnagione scura ed i capelli folti, con un paio di sottili baffi
neri - la degenza ospedaliera della vittima, i disordini di quei giorni e il
bilancio politico che se ne trasse.
Prosa
scorrevole e accurata ricostruzione documentale si mescolano, facendoci
piombare in un’Italia che, a settant’anni di distanza, appare meno lontana di
quel che si potrebbe credere.
“Uscimmo
da Montecitorio - racconterà Nilde Jotti (alla quale Graziella Falconi dedica
sensibile attenzione nelle pagine del volume) - Togliatti, come faceva spesso,
era senza scorta, la fida guardia del corpo Armando Rosati, detto Armandino. «Non
ci sono cose importanti da discutere», mi disse, «andiamo a casa». «E Armando?»
«Armando capirà»”.
Pochi
minuti dopo il dramma. La notizia dell’attentato rimbomba immediatamente in
Parlamento, cogliendo tutti di sorpresa. Secchia e Longo seguono Togliatti al
Policlinico, mentre la Direzione si riunisce in un clima di grande incertezza. Giuseppe Di Vittorio, membro della
delegazione che ha partecipato alla XXXI Conferenza del Bureau International du
Travail di San Francisco, rientra a Roma
la mattina stessa dell’attentato, come ricorda la moglie Anita e come -
puntualmente e correttamente - la Falconi riporta. Il Comitato esecutivo della
Confederazione si riunisce soltanto nel pomeriggio del 14 e alla presenza
del suo segretario generale sanziona lo sciopero già in atto, senza fissarne
per il momento il termine (l’ordine di cessazione dello sciopero sarà comunicato nella notte del 15 luglio e
approvato all’unanimità[1]).
Il Paese è percorso da una scossa elettrica ed
operai e contadini scendono in piazza: sarà, dirà lo storico Sergio Turone, “lo
sciopero generale più completo e più esteso che si sia mai avuto nella storia
d’Italia”. Le violenze in alcune
province prendono le sembianze di moti prettamente insurrezionali, con
l’occupazione di stazioni ferroviarie, assalti a carceri, sedi di partiti
avversari, uffici istituzionali, con un drammatico bilancio di 31 morti e oltre
500 feriti.
Con dovizia di particolari e rigore l’autrice
racconta gli avvenimenti di Roma, Napoli, Livorno, Milano, Torino, della
Liguria e dell’Italia meridionale. Veramente encomiabile il puntuale utilizzo
delle fonti documentarie consultate e spesso parzialmente riprodotte
all’interno del volume, un lavoro attento e meticoloso, frutto di accurate e
circostanziate ricerche che di fatto costituiscono un importante valore
aggiunto al volume.
Un altro punto di forza della pubblicazione è
rappresentato dalla sensibilità e dalla bravura della scrittrice nel ritrarre i
protagonisti della vicenda: Togliatti e Nilde Jotti, Antonio Pallante, i dirigenti
del Partito, ma anche i personaggi minori della storia vengono descritti e le
loro vicende raccontate con sensibilità,
accuratezza, dovizia di particolari (si veda ad esempio la ricostruzione delle
giornate di Antonio Pallante precedenti l’attentato, ma anche il racconto della
sua storia personale dopo il 14 luglio).
Graziella Falconi rappresenta, accanto alle storie
individuali dei propri personaggi, il quadro sociale collettivo in cui essi si
muovono. Riesce ad unire al destino individuale dei propri protagonisti l’affresco
dell’epoca in cui si consuma la loro esperienza umana, unica e irripetibile, ma
strettamente legata alla concreta situazione storica cui ogni individuo
appartiene.
Il risultato è un libro piacevole e storicamente
circostanziato del quale senza dubbio è da consigliarne la lettura.
I.R.
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