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Il diritto sindacale è una dottrina in divenire, che procede con l’evoluzione
della società e con la conquista che i lavoratori realizzano ogni giorno nel
loro faticoso cammino verso il progresso. [...] Anche in questo campo, dunque,
noi possiamo facilmente valutare i frutti benefici della esperienza unitaria
che è iniziata prima delle lotte di autunno, ha trovato in quelle lotte momento
di grandissima tensione e di unità e si prolunga ancora oggi, pur fra
difficoltà ed ostacoli, essenzialmente per un impegno dei lavoratori che nasce
sul luogo di lavoro. Lo Statuto dei diritti è anch’esso frutto della politica
unitaria e delle lotte sindacali: lo strumento non poteva che essere una legge,
ma la matrice che l’ha prodotta e la forza che l’ha voluta è rappresentata dal
movimento dei lavoratori e dalla sua azione organizzata. Anche soltanto qualche
anno fa, nelle condizioni di divisione che allora esistevano fra i sindacati e
fra i lavoratori, lo Statuto non avrebbe potuto essere, perché la concorrenza fra
le organizzazioni avrebbe persino impedito il convergere degli orientamenti
sulla conquista di diritti nella fabbrica, diritti che per essere tali e
pienamente goduti, devono valere allo stesso modo per tutti. Certo, anche lo
Statuto dei diritti presenta dei limiti; ma esso è pur sempre un passo, un
lungo passo avanti rispetto alle condizioni del passato e rende finalmente
operanti principi che finora, forse già perfetti in linea teorica, non avevano
però offerto al movimento sindacale una possibilità di reale godimento. Oggi
possiamo partire, per andare ancora più avanti nella fabbrica e nella società,
da questi nuovi punti più avanzati. C’è da ritenere, d’altra parte, che le
positive esperienze compiute nel campo degli studi di diritto sindacale, in connessione
con lo sviluppo del movimento di lotta, possano essere estese ad altri campi
della ricerca, sempre con l’obiettivo di allargare l’ambito delle libertà individuale
del lavoratore e delle prerogative del Sindacato nel luogo di lavoro e fuori.
Io credo che a questa impresa possano largamente contribuire tutte le scuole di
diritto, se ciascuna di esse si sforzerà di tenere i piedi ben piantati nel
solido terreno del movimento reale delle masse. Le aspre polemiche e
l’incomunicabilità sostanziale, che hanno contraddistinto questo campo della
ricerca nei decenni passati, devono lasciare il posto ad una collaborazione
sostanziale 0 che
implica, naturalmente (come ogni ricerca seria del resto), polemiche e
contrasti, ma che accetta da parte di tutti la lezione severa ed indiscutibile
delle esperienze di lotta unitaria dei lavoratori. Io credo, in sostanza, che
anche in questo campo la politica di unità sindacale offra a tutti materia di
riflessione e di approfondimento. Ciò vale per impegnare tutte le forze individuali
e scientifiche nella non facile opera di applicazione, la più lata delle norme
stabilite dalla legge, ma ciò vale molto di più nell’impegno di allargare
l’orizzonte della ricerca teorica e pratica, nel convogliare a sostegno di una
nuova collocazione del Sindacato nella società italiana le valide forze dei
giuristi e degli specialisti in diritto del lavoro. Noi sappiamo che, in una
società come la nostra, i diritti dei lavoratori sono e saranno sempre contestati
da un sistema che tende in ogni caso ad esprimere le esigenze del capitale; ma sappiamo
anche che in una società diversa il Sindacato e il singolo lavoratore possono
vedere trascurate o limitate le loro libertà, anche se in nome di esigenze
generali che esprimono gli interessi di una collettività senza classi. Ebbene!
Dare solidità scientifica alla nostra ricerca di oggi, radicare solidamente i
diritti del cittadino e del Sindacato in principi fondati sulle nostre esperienze
di lotta e di democrazia significa precostituire, anche per l’avvenire, un
complesso di norme e di comportamenti che ci aiuteranno a garantire anche in
una società trasformata la libertà dell’uomo e l’autonomia del Sindacato.
Lo statuto dei lavoratori: atti del convegno
promosso dal Comitato Regionale Emilia e Romagna della CGIL sulla nuova legge
sui diritti dei lavoratori, Budrio 26 - 27 giugno 1970.
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