Pubblichiamo un articolo di Giuseppe Di Vittorio, apparso su «l'Unità» del 30 dicembre 1950, con il quale il Segretario della CGIL
augurava buon anno a tutti i lavoratori italiani.
"Alla
soglia del nuovo anno, la Segreteria della CGIL, invia a voi tutti,
compagni ed amici lavoratori d’Italia, il suo saluto augurale e
fraterno.
Nell’anno decorso, in una situazione economica
praticamente stagnante ed in una situazione generale aggravata, la
vostra grande Confederazione unitaria, forte dei suoi cinque milioni di
iscritti, si è battuta strenuamente, per difendere e migliorare le
vostre condizioni di vita economiche e morali, per difendere il vostro
lavoro, per combattere la piaga della disoccupazione, per esercitare la
sua funzione di stimolo attivo allo sviluppo economico ed al progresso
sociale dell’Italia, per conquistare la maggiore tranquillità possibile
per le vostre famiglie.
Pur avendo la coscienza di aver compiuto
con tenacia ed ardore il proprio dovere, e di aver conseguito notevoli
successi, la CGIL è consapevole di essere riuscita soltanto in minima
parte a realizzare le vostre giuste speranze e le vostre legittime
rivendicazioni.
Alla chiusura dell’annata ci si può chiedere:
poteva la CGIL fare di più? Non lo escludiamo. Perché la CGIL possa
difendere con crescente efficacia il pane ed i diritti di tutta la gente
onesta italiana, che vive del proprio lavoro, essa ha bisogno del
vostro aiuto e dei vostri consigli, compagni e fratelli lavoratori
d’Italia!
Venite tutti nella CGIL, aiutatela a divenire sempre più
numerosa, più forte, più efficiente e la vostra grande organizzazione
unitaria potrà realizzare i vostri obiettivi fondamentali di giustizia
sociale, di benessere economico e culturale, di risanamento e di
sviluppo industriale ed agricolo dell’Italia, di libertà e di pace!
Purtroppo
l’orizzonte dell’anno che sorge è offuscato dalle minacce di guerra che
si moltiplicano e si aggravano sul mondo. Nemmeno durante la
tradizionale tregua natalizia ha voluto tacere la triste propaganda di
odio e di guerra. Ma i popoli, tutti i popoli, vogliono la pace; ed i
lavoratori sono dovunque all’avanguardia delle forze di pace.
Di
fronte a coloro che vogliono ad ogni costo dividere il mondo in due
blocchi nemici, per portarli a massacrarsi a vicenda – e che sulla
stessa base vorrebbero dividere gli italiani – noi riaffermiamo
l’esigenza suprema dell’unità del popolo italiano, della solidarietà
internazionale dei lavoratori e della pace del mondo, nell’indipendenza
di tutti i popoli, nella libera convivenza di tutte le razze e di tutti i
sistemi sociali e politici, in pacifica ed amichevole emulazione fra di
loro, affinché l’intera umanità sia libera, prospera e felice.
Nell’anno
che nasce la CGIL si propone di affrontare ed avviare a soluzione i
problemi che maggiormente angosciano il popolo lavoratore.
Vogliamo
assestare un colpo serio alla disoccupazione permanente ed alla miseria
endemica di cui soffrono milioni di famiglie italiane, assorbendo i
disoccupati in lavori produttivi che permettano di sviluppare
l’economia, di aumentare la ricchezza nazionale, di elevare il livello
di vita del popolo, nella linea del Piano del Lavoro proposto dalla
CGIL. Il che esige un aumento notevole degli investimenti produttivi,
riducendo quelli che non lo sono.
Vogliamo adeguare sempre più i
salari e gli stipendi dei lavoratori alle esigenze di una vita degna e
civile; intensificare la lotta contro l’aumento dei prezzi e garantire
un retto funzionamento della scala mobile.
Vogliamo che sia
finalmente realizzata la riforma della previdenza sociale, per
migliorare l’assistenza e le prestazioni ai lavoratori ammalati e
infortunati, e soprattutto per porre un termine alla grande
intollerabile miseria dei pensionati e di garantire ai vecchi lavoratori
ed alle vecchie lavoratrici, una vita degna del dovere sociale
compiuto.
Vogliamo liberare i giovani italiani dalla sfiducia e
dalla scetticismo, determinati specialmente dalla quasi impossibilità di
sistemazioni che utilizzino le loro fresche energie fisiche ed
intellettuali. Vogliamo aprire alla gioventù italiana una prospettiva di
lavoro e di sviluppo che ridesti in essa la fiducia e l’entusiasmo e le
faccia sentire la gioia di vivere una vita operosa ed onesta.
Uniamoci
tutti, amici e compagni di lavoro, ed operiamo uniti nel 1951, per la
concordia fra gli italiani, per il benessere del popolo, per lo sviluppo
delle libertà democratiche, per preservare all’Italia ed al mondo il
bene supremo dell’uomo: la pace.
Buon anno a tutti voi, fratelli lavoratori d’Italia!"
Praticamente, gli anni passano ma i problemi restano uguali!
RispondiEliminaL'Italia del 2014 non sembra essere meglio messa di quella del 1951! Che tristezza!
Buone cose a tutti!