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Visualizzazione dei post da aprile, 2020

Newsletter aprile 2020

10 aprile 1920 Nasce Nilde Iott i 19 aprile ’37. Promulgato il decreto 880: Vietato volere bene alle indigene delle colonie I NOSTRI SPECIALI Il virus ci porta via i ventenni degli anni sessanta A te che sei giovane, racconto la storia dell’embargo a Cuba IL NOSTRO SPECIALE SULLA RESISTENZA Verso il 25 aprile. Il partigiano Leone La Resistenza è donna Bella Ciao. Un canto di amore e libertà, simbolo della Resistenza in tutto il mondo Le parole della Liberazione «L’Italia si risveglia», la Liberazione negli archivi della CGIL #75°Liberazione Otto cose che forse non sai sul 25 aprile «Essere liberi voleva dire tornare ad avere una vita normale» Bella ciao è una di “quelle canzoni da cantare a squarciagola come se cinquemila voci diventassero una sola ... anche se è triste, anche se è dura. Canzoni contro la paura” LA NOSTRA ‘BUONA MEMORIA’ La storia va alla conquista dei social. Il 25 aprile nasce la pagina “Buona Memoria”

DIECI COSE CHE NON SAI SUL PRIMO MAGGIO - Ilaria Romeo

1. L’episodio che ha ispirato la data nella quale oggi in molti Paesi del mondo si celebra la Festa del lavoro avvenne a Chicago il 1° maggio del 1886, giorno dello sciopero generale negli Stati Uniti per l’ottenimento di migliori e più umane condizioni di lavoro. La protesta andò avanti per giorni e il 4 maggio culminò con una e propria vera battaglia tra i lavoratori in sciopero e la polizia di Chicago: undici persone perderanno la vita in quello che sarebbe passato alla storia come il massacro di Haymarket dei martiri di Chicago. 2. La festa, ratificata ufficialmente a Bruxelles nell’agosto 1891 (II Congresso dell’internazionale), è osservata e praticata già nel 1890 con manifestazioni a livello nazionale e locale. Recita un volantino, diffuso a Napoli in occasione del Primo maggio 1890: “Lavoratori, Ricordatevi il 1.° maggio di far festa. In quel giorno gli operai di tutto il mondo, coscienti dei loro diritti, lasceranno il lavoro per provare ai padroni che, malgrado la distan

Pio La Torre nei ricordi di Emanuele Macaluso, di Martina Toti e Ilaria Romeo

Onorevole Macaluso, lei e Pio La Torre siete più o meno coetanei. Vi siete conosciuti nel 1947 a Caltanissetta, al primo Congresso della Cgil dove c’era anche Giuseppe Di Vittorio . E' esattamente così. Ho conosciuto La Torre in quell’occasione. Era un ragazzo. Lo ricordo perfettamente: era giovanissimo e veniva da Palermo. Era figlio di un bracciante, impegnato nelle lotte contadine e sociali.  Lotte sociali e contadine alle quali avete preso parte anche insieme durante il periodo dell’occupazione delle terre . Nel 1947 io divenni segretario generale della Cgil Sicilia, La Torre lavorava invece al Partito, a Bisacquino. Qui, durante l’occupazione delle terre, ci fu uno scontro con la polizia. Pio venne arrestato insieme a un gruppo di contadini perché un commissario, testimoniando il falso, sostenne che lui gli aveva un colpo di legno in testa.  In Cgil Pio La Torre l’ha sostituita due volte negli incarichi, prima alla Camera del lavoro, poi al regionale . Per

Un popolo al suo grande capo - Ilaria Romeo

Nel 1923, dopo la chiusura della Camera del lavoro di Bari, Di Vittorio decide di trasferire la famiglia a Roma. Il 13 settembre 1925 lo arrestano. Scarcerato il 10 maggio 1926 non resta molto in libertà: subisce altri arresti che inducono il Partito comunista, cui ha aderito nel 1924, a farlo espatriare. “All’estero Di Vittorio svolge un’attività intensissima. Dal 1928 al 1930 è in Unione Sovietica quale rappresentante della Confederazione del lavoro nell’internazionale sindacale. Poi è a Parigi, ove si dedica al lavoro di direzione della Confederazione del lavoro e all’attività di propaganda fra i lavoratori italiani in Francia. Nel 1936 è tra i primi a raggiungere la Spagna come combattente a difesa della repubblica. Rientrato a Parigi assume la direzione de La voce degli italiani , quotidiano degli antifascisti in Francia. Nel 1939 anche in Francia inizia la caccia agli esponenti comunisti. Il giornale «La voce degli italiani» viene soppresso e Di Vittorio deve darsi alla clan

28 dicembre ’43, i fascisti fucilano i sette fratelli Cervi – Ilaria Romeo

La storia dei fratelli Cervi è la storia di una esemplare famiglia italiana. Il nonno si chiamava Agostino, e fu uno dei capi della rivolta contro la tassa sul macinato nel 1869. Suo figlio, Alcide, aderirà giovanissimo al Partito popolare prima, alla Resistenza poi. Partigiani saranno anche i 7 figli di Alcide: Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore. Il 26 luglio 1943, il giorno dopo le dimissioni di Benito Mussolini da capo del governo, la famiglia offrirà un pranzo a base di pasta a tutto il paese di Gattatico, per festeggiare (da qui la tradizione ancora attiva della  pastasciutta antifascista ) e dopo l’armistizio dell’8 settembre i fratelli cominceranno a pianificare azioni contro i fascisti. Verranno arrestati  il 25 novembre e incarcerati nel carcere politico dei Servi a Reggio Emilia. Rimarranno prigionieri fino alla mattina del 28 dicembre, quando saranno fucilati per rappresaglia. Il papà Alcide, loro compagno di cella fino a quel 28

Bella Ciao. Un canto di amore e libertà, simbolo della Resistenza in tutto il mondo – Ilaria Romeo

Dal 1946 ad oggi non era mai successo, ma a causa dell’emergenza in corso il 25 aprile non potremo essere, come sempre, in piazza. “La situazione è condizionata dall’emergenza Coronavirus – ha detto la presidente  Anpi, Carla Nespolo, a  Repubblica  –  Non possiamo fare assembramenti, non possiamo andare in piazza. Se però non c’è fisicamente la nostra presenza collettiva, ci sono ugualmente i nostri cuori partigiani e antifascisti ”. “Il 25 aprile in tutta Italia – è l’invito dell’associazione – dalle nostre finestre e dai nostri balconi esporremo i tricolori e i fazzoletti dell’Anpi, e invitiamo tutti con noi ad esporre simboli antifascisti per il 25 aprile 2020, 75mo della finale vittoriosa insurrezione della Resistenza d’Italia al nazifascismo e a cantare  Bella Ciao , simbolo della Resistenza in tutto il mondo”. In tutto il mondo, letteralmente, perché  Bella ciao  è stata negli anni tradotta in tutte le lingue esistenti. Il tema della libertà contro un oppressore non pre

Otto cose che forse non sai sul 25 aprile – Ilaria Romeo

Abbiamo raccolto otto curiosità sul 25 aprile. Piccoli e grandi notizie che ci aiutano a capire meglio la Festa della Liberazione. Eccole. 1 Il 25 aprile è il giorno in cui ogni anno in Italia si celebra la festa della Liberazione dal nazifascismo, ma l’occupazione tedesca e fascista in Italia non terminò in un solo giorno ed alla data del 25 aprile ancora non tutta la penisola italiana poteva considerarsi libera (Venezia, ad esempio, sarà liberata solo tra il 28 e il 29). Il 25 aprile 1945 inizia la ritirata da parte dei soldati della Germania nazista e di quelli fascisti della repubblica di Salò dalle città di Torino e di Milano, ma la  resa di Caserta – l’atto formale e conclusivo che sancisce la fine della campagna d’Italia e la definitiva sconfitta delle forze nazifasciste nella penisola durante la seconda guerra mondiale – sarà firmata il 29 aprile (alla presenza di ufficiali delegati del Regno Unito, degli Stati Uniti d’America, tedeschi e di un osservatore sovietico) div

A te che sei giovane, racconto la storia dell’embargo a Cuba – Ilaria Romeo

Il 10 marzo del 1952, con l’appoggio delle lobby dello zucchero e con il beneplacito di Washington, il sergente Fulgencio Batista instaura la dittatura nell’isola di Cuba con un colpo di Stato. Il 26 luglio dell’anno successivo, uno studente universitario – Fidel Castro – guiderà in opposizione al regime, insieme al fratello Raul ed alla testa di un centinaio di studenti, l’assalto alla caserma Moncada, avvenimento convenzionalmente indicato come inizio dei fatti svoltisi nello Stato durante gli anni Cinquanta. L’attacco fallisce ed i suoi esecutori vengono torturati, imprigionati, uccisi. Dirà il 16 ottobre nella sua lunga auto arringa al processo il giovane Fidel: “Condannatemi, non importa, la Storia mi assolverà”. Condannato a 15 anni da scontare nella prigione sita sull’Isola dei Pini e rilasciato nel maggio 1955 grazie a una amnistia generale, Castro andrà in esilio in Messico e negli Stati Uniti. A Città del Messico Fidel, tramite un gruppo di esuli compat