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Visualizzazione dei post da aprile, 2017

Di Vittorio, il segretario che si prese cura del ragazzo orfano

Il primo maggio 1947, nei pressi della Piana degli Albanesi, vicino Palermo, durante la Festa del lavoro, gli uomini della banda di Salvatore Giuliano sparano sulla folla uccidendo 11 persone e ferendone molte di più (i dati variano da 30 a 60). Margherita Clesceri di 47 anni, madre di sei figli e incinta, muore sul colpo.  Anni dopo, a partire dal dicembre 1954, tra Giuseppe Di Vittorio, segretario generale della CGIL e Giorgio Moschetto, “figlio della compagna Clesceri Margherita, caduta (e non semplicemente morta!) a Portella della Ginestra” si tiene un fitto scambio di corrispondenza. Le lettere,conservate presso l’Archivio storico CGIL nazionale e consultabili nella loro interezza all’interno del volume Caro papà Di Vittorio. Lettere al segretario della CGIL (a cura di Myriam Bergamaschi, Guerini e associati, 2008), ci svelano la personalità dell’uomo Di Vittorio, restituendoci l’immagine di un Segretario umano e raggiungibile, che si preoccupa, con solidarietà e solerzia,

L’assassinio di Pio La Torre. Lutto, commozione e rabbia

“Assassinato barbaramente da sicari mafiosi, Pio La Torre muore insieme al compagno Di Salvo che lo accompagnava. Stava recandosi in una sezione periferica del Pci. Muore sul campo, concludendo una vita dedicata esclusivamente alla causa dei lavoratori, del movimento operaio, del popolo siciliano. Un uomo all’antica si dice di lui. Figlio delle lotte per l’occupazione delle terre negli anni immediatamente successivi alla Liberazione. Lì inizia la sua battaglia contro la mafia e contro i soprusi, in una zona chiave della prepotenza e della violenza: Corleone; un paese che a dispetto dei suoi abitanti è noto solamente per la residenza di grossi boss mafiosi. Per la sua attività al fianco dei contadini siciliani La Torre conosce anche la galera, negli anni più duri della repressione autoritaria. Diviene, quindi un dirigente della Cgil di primo piano. Per poi mobilitare tutto il suo impegno in qualità di dirigente del Partito comunista italiano. Il suo ultimo incarico era di segretario re

Primo maggio: insieme a Portella

di Ilaria Romeo responsabile Archivio storico CGIL nazionale Si svolgerà in Sicilia, a Portella della Ginestra, in occasione dei 70 anni dallo storico e tragico eccidio, il Primo Maggio sindacale CGIL, CISL e UIL di quest’anno. Il Primo Maggio 1948, primo anniversario di Portella della Ginestra, è in realtà l’ultimo celebrato dalla CGIL unitaria. Da quel momento si apre una lunga stagione di feste del lavoro separate che terminerà soltanto vent’anni dopo, a partire dal 1970. In una nuova stagione di forte tensione unitaria, affermerà nel 1972 Rinaldo Scheda (storico segretario di Organizzazione della CGIL) in occasione del 25° anniversario della strage: “A 25 anni, dai fatti che fecero di quel 1° maggio 1947, qui a Portella, una giornata di sangue.  Di sangue sparso da vittime innocenti, vittime del furore reazionario, non poteva mancare la presenza unitaria delle tre Confederazioni, della CISL, della UIL e della CGIL. Siamo venuti per ricordare le vittime della strage

La strage di Portella nei verbali della CGIL

di Ilaria Romeo responsabile Archivio storico CGIL nazionale Il 2 maggio 1947, immediatamente dopo la strage di Portella della Ginestra, viene convocato d’urgenza il Comitato direttivo della CGIL. Assente Giuseppe Di Vittorio, intervengono alla discussione Lizzadri, Massini, Pilia, Parodi, Giannitelli, Buschi, Baldelli, Cappugi e Casanti; per la Confederterra Zini e Vidimari; Valdarchi per i poligrafici. LEGGI IL VERBALE L’ordine del giorno licenziato dal Comitato direttivo confederale, votato a maggioranza - ma non all’unanimità - senza l’adesione dei democristiani, delibera l’astensione del lavoro in tutta Italia per il giorno successivo, sabato 3 maggio, dalle ore 11 in poi. Il rifiuto dei sindacalisti democristiani di aderire alla protesta contro un crimine che aveva colpito profondamente e dolorosamente tutta l’opinione pubblica è senza dubbio sintomatico e legato all’esigenza di adeguarsi alla richiesta di modifica dell’art. 9 dello Statuto confederale, già s