Passa ai contenuti principali

La Cgil nel novecento - Newsletter giugno 2015

Il 31 maggio 1996 moriva a Roma Luciano Lama, segretario della Cgil dal 1970 al 1986. Lo abbiamo ricordato attraverso i documenti dell’Archivio storico CGIL nazionale ed attraverso le pagine inedite del diario personale di Rinaldo Scheda (anche su Rassegna.it);



nella ricorrenza dell’anniversario della sua uccisione a La Storta abbiamo commemorato la figura di Bruno Buozzi attraverso le parole ed i ricordi di Giuseppe Di Vittorio (anche su Rassegna.it);





approfittando della ricorrenza della data dell’assassinio dei fratelli Rosselli abbiamo pubblicato un interessante e a tratti divertente carteggio sul tema tra Gaetano Salvemini e Giuseppe Di Vittorio;






nella ricorrenza dell’anniversario della sua morte abbiamo ricordato Enrico Berlinguer attraverso le parole di Luciano Lama;




abbiamo raccontato l’addio di Bruno Trentin alla Cgil nel giugno 1994 attraverso le sue stesse, commoventi, parole.





Il 16 giugno del 1944, 1.488 operai genovesi furono deportati a Mauthausen.  Abbiamo ricordato questo triste anniversario attraverso la ripubblicazione del diario inedito di Franco Antolini, tra gli animatori della Resistenza in Liguria e deportato a Mauthausen (già su Rassegna.it);






nella ricorrenza dell’anniversario della sua morte abbiamo ricordato Ludovico D’Aragona attraverso la pubblicazione parziale del video inedito Di Vittorio a Pavia 1953. Il video è stato proiettato nella sua interezza in occasione del seminario Le fonti audiovisive raccontano e scoprono la storia sindacale. Documenti filmici inediti dagli archivi Cgil, Acs, Aamod del quale abbiamo ripubblicato gli atti.






Abbiamo raccontato la nostra storia attraverso il video Dalla parte del lavoro - Una storia lunga un secolo









e pubblicato parte del nostro patrimonio documentale in Da Rigola a Trentin l'Archivio storico CGIL nazionale si mostra e Tra le carte dei segretari.






Commenti

Post popolari in questo blog

Perché l’umanità ha sempre avuto paura delle donne che volano, siano esse streghe o siano esse libere

Ve le ricordate “le due Simone”? Simona Pari e Simona Torretta, rapite nel 2004 a Baghdad nella sede della Ong per cui lavoravano e rientrate a Fiumicino dopo cinque mesi e mezzo di prigionia. “Oche gulive” le definì un giornale (volutamente con l’articolo indeterminativo e la g minuscola!) commentando il desiderio delle due ragazze di ritornare alla loro vita normale precedente il rapimento. E Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due ragazze italiane rapite in Siria più o meno dieci anni dopo, ve le ricordate? Ve le ricordate ancora Carola Rackete, Greta Thunberg, Laura Boldrini, da ultima Giovanna Botteri? Cosa hanno in comune queste donne? Probabilmente tante cose, probabilmente nulla, ma una è talmente evidente da non poter non essere notata: sono state tutte, senza pietà e senza rispetto, lapidate sul web. Perché verrebbe da chiedersi? E la risposta che sono riuscita a darmi è solamente una: perché sono donne indipendenti, nel senso più vero ed intimo della parola. An...

Alle salme dei sei cittadini di Modena

“Alle salme dei sei cittadini di Modena, caduti nelle vie di questa città il giorno 9 gennaio, ai familiari affranti dal lutto, alla città intera, che abbiamo visto stamane ancora impietrita dallo stupore e dal dolore, ai lavoratori di Modena e di tutta l'Emilia qui convenuti e qui presenti, porto l'espressione della solidarietà e del cordoglio profondo del Partito comunista italiano, del partito di Antonio Gramsci, del partito che lavora nello spirito di Lenin e di Stalin. Credo però che nessuno, in questo momento ed in questa circostanza, vorrà contestarmi il diritto di recarvi l'espressione della solidarietà e del cordoglio di tutti gli italiani i quali hanno senso di umanità e di fraternità civile. Vero è che in questo momento, dì fronte alla maestà infinita della morte, di fronte allo schianto dei familiari e al dolore di tutto il popolo, di fronte agli occhi vostri pieni di lagrime, io sento soprattutto la vanità dì tutte le parole umane. Ma parl...

IL DELEGATO AL CONGRESSO

  IL DELEGATO AL CONGRESSO di Ettore Baraldi   1952 La somma è un po’ alta - disse l’uomo piccolo, dai grossi baffi - e di questi giorni non si lavora, sai com’è! - Insomma, ce lo vogliamo mandare sì o no, questo delegato - disse l’altro, piccolo anche lui. - Dicevo così perché la cassa suona! - ribatté il primo, ma in fondo si vedeva che lui ci teneva più di tutti a mandare un delegato al Congresso. - Già, perché io non lo so? - rispose il secondo -. Sono amministratore per niente? - Però, amministri un bel niente! - e risero tutti e due.  Matteo e Gino ripresero a camminare: erano rispettivamente il capolega e l’amministratore della lega. Dietro di loro veniva un gruppetto di braccianti che discutevano animatamente: a un certo punto della strada però il gruppetto era rimasto indietro; solo un bracciante continuò a seguire i due, ne ascoltava la discussione. Dapprima non ci aveva fatto caso, poi si era interessato, così quando i due, che si erano fermati un attim...