Passa ai contenuti principali

Riassumendo....





Anticipato e in costante relazione con la più antica ed omonima pagina Facebook, il blog La Cgil nel novecento vuole contribuire a far emergere un’altra storia della CGIL, che non è soltanto quella dei gruppi dirigenti, dei leader, delle grandi lotte e degli appuntamenti decisivi, dei documenti ufficiali, dei congressi e dei direttivi; ma è anche e soprattutto una storia dal “basso”, fatta di gente comune ed esperienze straordinarie, vissute nei territori e nei luoghi di lavoro.

L’idea è di costruire le premesse e di raccogliere le fonti per una sorta di “storia sociale del sindacato” che, in un intreccio di documenti e memorie, possa aiutare a scoprire un mondo sommerso, che opera nell’ombra, lontano dai riflettori dei mass media, in un lavoro quotidiano, individuale e collettivo, fatto di successi e fallimenti, passioni e amarezze, gioie e dolori, che ci riempie di orgoglio e che ha fatto così grande la Cgil.


Il blog suggerisce temi e momenti salienti della storia del sindacato, proponendo l’accesso diretto a documenti digitalizzati e risorse audiovisive presenti sul web passando dal serio al meno serio, tentando, quando possibile di strappare anche un sorriso.


A volte capita di imbattersi in Archivio in documenti quanto meno bizzarri, curiosi, senza dubbio particolari che abbiamo raccontato ne Il fantastico mondo degli archivi e ne Il laureato.


Molte sono le cronache dirette di singoli avvenimenti riproposte attraverso la riproduzione delle pagine di «Lavoro», giornale rotocalco della confederazione dal 1948 al 1962.


Attraverso le pagine del settimanale abbiamo raccontato avvenimenti ispirati alla vita e alle lotte dei lavoratori scritti e raccontati dai lavoratori stessi (Un tram per gli sposi), la prima giornata di Napoli del 27 settembre 1943, l’insurrezione di Matera del 21 settembre dello stesso anno, il fascismo, la Resistenza, il dramma dei licenziamenti per matrimonio, il triste periodo scelbiano.



Tanti sono i video, o meglio le slideshow, sulla nostra storia (CGIL. La nostra storia, 30 giugno - 7 luglio 1960: Genova, Roma, Reggio Emilia, Ricordando Luciano Lama, Il lavoro è un diritto, Perché ci sono delle radici che non si possono sradicare…, discorso di addio di Luciano Lama alla CGIL pronunciato all’XI Congresso confederale), così come tanti sono gli argomenti, i personaggi ed i singoli avvenimenti raccontati attraverso i documenti originali d’Archivio: i fatti di Ungheria del 1956, la Resistenza romana, le lettere della giovinezza di Vittorio Foa, la vicenda umana e politica di Guido Rossa, i fatti dell’Università di Roma del 17 febbraio 1977.


di Ilaria Romeo, pubblicato su «Il Mondo degli Archivi»

Commenti

Post popolari in questo blog

Perché l’umanità ha sempre avuto paura delle donne che volano, siano esse streghe o siano esse libere

Ve le ricordate “le due Simone”? Simona Pari e Simona Torretta, rapite nel 2004 a Baghdad nella sede della Ong per cui lavoravano e rientrate a Fiumicino dopo cinque mesi e mezzo di prigionia. “Oche gulive” le definì un giornale (volutamente con l’articolo indeterminativo e la g minuscola!) commentando il desiderio delle due ragazze di ritornare alla loro vita normale precedente il rapimento. E Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due ragazze italiane rapite in Siria più o meno dieci anni dopo, ve le ricordate? Ve le ricordate ancora Carola Rackete, Greta Thunberg, Laura Boldrini, da ultima Giovanna Botteri? Cosa hanno in comune queste donne? Probabilmente tante cose, probabilmente nulla, ma una è talmente evidente da non poter non essere notata: sono state tutte, senza pietà e senza rispetto, lapidate sul web. Perché verrebbe da chiedersi? E la risposta che sono riuscita a darmi è solamente una: perché sono donne indipendenti, nel senso più vero ed intimo della parola. An

Il giuramento di Mauthausen

Si aprono le porte di uno dei campi peggiori e più insanguinati: quello di Mauthausen. Stiamo per ritornare nei nostri paesi liberati dal fascismo, sparsi in tutte le direzioni. I detenuti liberi, ancora ieri minacciati di morte dalle mani dei boia della bestia nazista, ringraziano dal più profondo del loro cuore per l’avvenuta liberazione le vittoriose nazioni alleate, e saluta no tutti i popoli con il grido della libertà riconquistata. La pluriennale permanenza nel campo ha rafforzato in noi la consapevolezza del valore della fratellanza tra i popoli. Fedeli a questi ideali giuriamo di continuare a combattere, solidali e uniti, contro l’imperialismo e contro l’istigazione tra i popoli. Così come con gli sforzi comuni di tutti i popoli il mondo ha saputo liberarsi dalla minaccia della prepotenza hitleriana, dobbiamo considerare la libertà conseguita con la lotta come un bene comune di tutti i popoli. La pace e la libertà sono garanti della felicità dei popoli, e la ricostruzion

Nel suo volto la storia dei cafoni

Pepite d’Archivio: ancora Gianni Rodari su Giuseppe Di Vittorio in un NUOVO, bellissimo testo da leggere tutto d’un fiato. Il brano, recuperato da Ilaria Romeo (responsabile dell’Archivio storico CGIL nazionale che lo conserva)  è tratto da «Paese Sera» del 3 novembre 1977 “Il 3 novembre del 1957 moriva a Lecco, dove si era recato per inaugurare la sede della Camera del lavoro, Giuseppe Di Vittorio. Ricordo la commozione di quelle ore, mentre la salma veniva trasportata a Roma per i funerali. Ricordo quei funerali. Roma ne ha conosciuti di più grandiosi. Quello di Togliatti, anni dopo, ebbe le proporzioni di una gigantesca manifestazione di forza. Ma non si è mai vista tanta gente piangere come ai funerali di Di Vittorio. Anche molti carabinieri del servizio d’ordine avevano le lacrime agli occhi. La cosa non stupiva. Di Vittorio non era stato solo il capo della Cgil e per lunghi anni un dirigente tra i più popolari del Pci: era diventato un uomo di tutti, stava nel cuore de