Probabilmente l’iter
della legge avrebbe avuto un andamento molto più accidentato, se nel frattempo non fosse scoppiato nel Paese il
Sessantotto.
In questo contesto di straordinaria
mobilitazione collettiva e di eccezionale fermento culturale, il dibattito
sullo Statuto si accende.
Il 4 gennaio 1969, parlando a Avola, Brodolini annuncia un
disegno di legge per varare lo Statuto del sindacato nell’impresa che
garantisca i diritti della persona nei posti di lavoro. A tale scopo chiama
Gino Giugni a presiedere una Commissione con l’incarico di elaborare in tempi
brevi la proposta da sottoporre alle organizzazioni sindacali (Nota consegnata il 5 marzo dal
ministro del lavoro alle organizzazioni sindacali; Osservazioni sul documento
consegnato dal ministro del lavoro: “Tutela della libertà, sicurezza e dignità
dei lavoratori nei luoghi di lavoro”).
Il 9 aprile la polizia
spara ancora a Battipaglia mentre è in corso la
protesta per la chiusura del locale tabacchificio: Brodolini, gravemente malato
(morirà a breve), forza i tempi con una febbrile
attività.
Intanto la Commissione
lavoro del Senato prepara ed il Consiglio dei ministri approva il disegno di legge da presentare in Aula, integrando il testo
base di Brodolini e Giugni, con molti articoli ripresi dai disegni legge del Pci e dello Psiup, rafforzando la parte
relativa ai diritti individuali dei lavoratori. In particolare viene introdotto
l’art.18 che sancisce la giusta causa nel licenziamento individuale,
attribuisce all’imprenditore l’onere della prova di fronte al giudice, impone -
per le aziende con più di 15 dipendenti - l’obbligo di reintegro nel caso di licenziamento
giudicato illegittimo.
Non passa, invece, il
riconoscimento giuridico delle commissioni interne e, tanto meno, dei nuovi organismi
di base (i consigli di fabbrica) che si stanno formando nelle lotte aziendali.
L’11 dicembre il disegno di legge
del governo è approvato in prima lettura dal Senato. Votano a favore i
partiti di centro-sinistra e i liberali, si astengono - con opposte motivazioni
- Msi da una parte, Pci, Psiup e Sinistra Indipendente dall’altra.
Il giorno dopo, 12
dicembre, esplodono le bombe alla Banca della Agricoltura a Milano: è la strage di Piazza Fontana.
Ilaria Romeo, responsabile Archivio storico CGIL nazionale
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