A partire dalle proteste
popolari e antifasciste contro il Governo Tambroni avviate a Genova nel mese di
giugno 1960 il quadro generale dell’Italia cambia velocemente.
Gli equilibri politici
conoscono un’evoluzione con la nascita dei governi di centro-sinistra a partire
dal 1962.
Nel dicembre del 1963 si
ha la formazione del primo governo presieduto da Aldo Moro. Nel discorso alle Camere, il presidente del Consiglio dichiara il proposito di definire, sentite le
organizzazioni sindacali, uno Statuto dei diritti dei lavoratori al fine di
garantire dignità, libertà e sicurezza nei luoghi di lavoro (intanto la legge
n. 7 del 9 gennaio 1963 stabilisce il divieto di licenziamento a causa di
matrimonio).
Nel febbraio 1964 la Segreteria della CGIL formalizza con una
lettera a Nenni non solo il proprio giudizio positivo sullo Statuto, ma
ribadisce la richiesta che la legge garantisca i diritti costituzionali dei
lavoratori, la giusta causa nei licenziamenti e il riconoscimento delle
commissioni interne (“Proposta della CGIL per lo Statuto dei diritti dei lavoratori”).
Intanto Gino Giugni, incaricato
direttamente da Nenni di redarre con il giurista Tamburrano tre disegni di
legge su Commissioni interne, giusta causa e diritti sindacali, inizia la sua
collaborazione con il Governo ed entra a far parte della Commissione nominata
dal ministro del lavoro Bosco per predisporre un progetto di legge sui
licenziamenti.
Nel secondo Governo
Moro, il nuovo ministro del lavoro Delle Fave convoca le organizzazioni
sindacali e quelle imprenditoriali e consegna un questionario sui tre punti proposti per uno Statuto dei lavoratori: diritti sindacali, giusta causa e
commissioni interne.
Il 15 luglio 1966 il
Parlamento approva la legge 604 sui licenziamenti, che prevede la giusta causa e l’obbligo di un
indennizzo monetario, non quello della riassunzione, in caso di licenziamento ingiustificato.
Nel Programma di
sviluppo economico per il quinquennio 1965/1970 (approvato con la legge 685 del
27 luglio) il governo ribadisce, al paragrafo 41, l’impegno per uno Statuto dei
lavoratori. Pci e Psiup presentano alla Camera due proposte parallele,
rispettivamente: l.
n. 4227 (Ingrao e altri, Norme per la tutela della libertà e della dignità dei
lavoratori e per l’esercizio dei diritti costituzionali all’interno dei luoghi
di lavoro); l.
n. 4228 (Valori e altri, Norme per la tutela della sicurezza, della libertà e
della dignità dei lavoratori).
Ilaria Romeo
responsabile Archivio storico CGIL nazionale
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