E' il 27 ottobre del 1956: di fronte alla
decisione dei sovietici di intervenire militarmente in Ungheria, la
Segreteria della Cgil assume una posizione di radicale condanna
dell’invasione destinata a stroncare nel sangue la domanda di democrazia
e di partecipazione reclamata dalla rivolta operaia e popolare
ungherese e sostenuta dal governo legittimo di Imre Nagy. La condanna
non è soltanto dell’intervento militare: il giudizio è netto e investe
tanto i metodi antidemocratici di governo di quelle società, quanto
l’insufficienza grave dello stesso movimento sindacale di quei paesi:
"La Segreteria della CGIL, di fronte alla tragica situazione determinatasi in Ungheria, sicura di interpretare il sentimento comune dei lavoratori italiani, esprime il suo profondo cordoglio per i caduti nei conflitti che hanno insanguinato il paese.
La Segreteria confederale ravvisa in questi luttuosi avvenimenti la condanna storica e definitiva di metodi di governo e di direzione politica ed economica antidemocratici, che determinano il distacco fra dirigenti e masse popolari.
Il progresso sociale e la costruzione di una società nella quale il lavoro sia liberato dallo sfruttamento capitalistico, sono possibili soltanto con il consenso e con la partecipazione attiva della classe operaia e delle masse popolari, garaniza della più ampia affermazione dei diritti di libertà, di democrazia e di indipendenza nazionale.
L'evolversi positivo della situazione in Polonia hanno dimostrato che soltanto sulla via dello sviluppo democratico si realizza un legame effettivo, vivente e creatore fra le masse lavoratrici e lo Stato popolare.
La CGIL si augura che cessi al più presto in Ungheria lo spargimento di sangue e che la Nazione ungherese trovi, in una rinnovata concardia, la forza di supperare la dramatica crisi attuale, isolando cosi gli elementi reazionari che in questa crisi si sono inseriti col proposito gli restaurare un regime di sfruttamento e di oppressione. In pari tempo la CGIL, fedele al principio del non intervento di uo Stato negli affari interni di un altro Stato, deplora che sia stato chiesto e si sia verificato in Ungheria l'intervento di truppe straniere.
Di fronte ai tragici fatti di Ungheria e alla giustificata commozione che hanno suscitato nel popolo italiano, forze reazionarie tentano di inscenare speculazioni miranti a perpetuare la divisione tra i lavoratori; a creare disorientamento nelle loro file, a ingenerare sfiducia verso le loro organizzazioni per indebolirne la capacità di azione a difesa dei loro interessi economici e sociali.
La CGIL chiama i lavoratori italiani a respingere decisamente questa speculazione e a portare avanti il processo unitario in corso nel Paese, per il trionfo dei comuni ideali di progresso sociale, di libertà e di pace."
https://www.facebook.com/159710697374009/photos/a.288031931208551.84262.159710697374009/288032181208526/?type=1&theater
"La Segreteria della CGIL, di fronte alla tragica situazione determinatasi in Ungheria, sicura di interpretare il sentimento comune dei lavoratori italiani, esprime il suo profondo cordoglio per i caduti nei conflitti che hanno insanguinato il paese.
La Segreteria confederale ravvisa in questi luttuosi avvenimenti la condanna storica e definitiva di metodi di governo e di direzione politica ed economica antidemocratici, che determinano il distacco fra dirigenti e masse popolari.
Il progresso sociale e la costruzione di una società nella quale il lavoro sia liberato dallo sfruttamento capitalistico, sono possibili soltanto con il consenso e con la partecipazione attiva della classe operaia e delle masse popolari, garaniza della più ampia affermazione dei diritti di libertà, di democrazia e di indipendenza nazionale.
L'evolversi positivo della situazione in Polonia hanno dimostrato che soltanto sulla via dello sviluppo democratico si realizza un legame effettivo, vivente e creatore fra le masse lavoratrici e lo Stato popolare.
La CGIL si augura che cessi al più presto in Ungheria lo spargimento di sangue e che la Nazione ungherese trovi, in una rinnovata concardia, la forza di supperare la dramatica crisi attuale, isolando cosi gli elementi reazionari che in questa crisi si sono inseriti col proposito gli restaurare un regime di sfruttamento e di oppressione. In pari tempo la CGIL, fedele al principio del non intervento di uo Stato negli affari interni di un altro Stato, deplora che sia stato chiesto e si sia verificato in Ungheria l'intervento di truppe straniere.
Di fronte ai tragici fatti di Ungheria e alla giustificata commozione che hanno suscitato nel popolo italiano, forze reazionarie tentano di inscenare speculazioni miranti a perpetuare la divisione tra i lavoratori; a creare disorientamento nelle loro file, a ingenerare sfiducia verso le loro organizzazioni per indebolirne la capacità di azione a difesa dei loro interessi economici e sociali.
La CGIL chiama i lavoratori italiani a respingere decisamente questa speculazione e a portare avanti il processo unitario in corso nel Paese, per il trionfo dei comuni ideali di progresso sociale, di libertà e di pace."
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