di Ilaria Romeo
responsabile Archivio storico CGIL nazionale
Il 9 novembre 1943, in occasione dell’apertura dell’Anno accademico,
Concetto Marchesi lancia agli studenti dell’Ateneo di Padova e a tutti i
giovani italiani un appello a prendere le armi contro il fascismo e contro l’oppressione nazista (da leggere, oggi più che mai!). Un gesto senza
precedenti, che avrà un’enorme risonanza in tutte le Università dell’Italia
occupata.
Fra i giovani che ascoltano Marchesi si riconosce un giovanissimo Bruno Trentin, che anni dopo così ricorderà l’accaduto:
Fra i giovani che ascoltano Marchesi si riconosce un giovanissimo Bruno Trentin, che anni dopo così ricorderà l’accaduto:
“Un episodio che mi ha molto colpito e mi ha segnato per un lungo periodo,
come giovane francese arrivato in un paese per me ancora sconosciuto come
l’Italia, è stato l’inaugurazione dell’anno accademico all’Università di Padova
nel novembre del 1943; io ero già nella clandestinità con mio padre, quindi
siamo arrivati all’Università mischiandoci fra gli studenti, ma evitando
proprio di figurare in qualche modo, dato che l’ateneo era pieno di poliziotti
e poi c’era un gruppo di fascisti molto bellicosi. Ricordo questa cerimonia
abbastanza strana per uno come me perché sopravvivevano ancora dei riti nell’Università
di Padova anche nel vestire degli uscieri, naturalmente dei docenti, del senato
accademico, dei presidi e dei rettori, che davano veramente l’impressione di
una storia di altri tempi. Poco prima che iniziasse la cerimonia questo
drappello di fascisti, oramai della Repubblica di Salò, giovani universitari
che avevano ricostituito un gruppo di avanguardisti, hanno occupato il palco e
hanno cercato di arringare la folla degli studenti, praticamente con un appello
ad arruolarsi nelle truppe della Repubblica sociale italiana; ci fu una
reazione nella folla degli studenti che fischiarono questa intrusione dei
fascisti in una cerimonia così austera e impegnativa. Cominciarono però le
minacce da parte di questo gruppo di fascisti che si era messo davanti al palco
con atteggiamenti molto aggressivi, gli stessi poliziotti in borghese che
giravano fra gli studenti cominciarono ad intervenire per sedare un po’ questo
tumulto, ed è in quel momento che, in modo molto teatrale, con un usciere con
l’alabarda che si è presentato sul palco battendo tre colpi, è entrato il
senato accademico dell’Università di Padova; e in mezzo ai docenti, ai
presidi, si è avanzato un piccolo uomo col mantello di ermellino: era Concetto
Marchesi, che si diresse direttamente verso il palco dove parlava il capo di
questo manipolo di fascisti, lo prese per la collottola e lo buttò giù
dal palco letteralmente di fronte allo stupore attonito degli altri
fascisti e di fronte all’ammirazione e all’entusiasmo di questa folla di
studenti che aspettavano un segno. Dopo pochi minuti Marchesi cominciò il
suo discorso di inaugurazione dell’anno accademico e lo cominciò in nome
del popolo lavoratore: «Inauguro l’anno accademico 1943-44… sviluppando poi il
discorso sul ruolo del lavoro nella civiltà e sulla indissociabilità tra lavoro
e libertà”.
All’Università di Padova Bruno si laureerà in Giurisprudenza il 16 ottobre
1949, nell’Istituto di Filosofia del diritto di Norberto Bobbio con la tesi «La
funzione delgiudizio di equità nella crisi giuridica contemporanea (con
particolare riferimento all’esperienza giuridica americana)». Relatore Enrico
Opocher, sostituto di Bobbio da poco andato a Torino.
La stessa Università gli conferirà il 13 settembre 2002 la Laura Honoris
causa in Economia (LEGGI IL DISCORSO DI BRUNO TRENTIN).
PER SAPERNE DI PIU’:
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