Nel
marzo 1937 sul campo di Guadalajara gli italiani si fronteggiano in Spagna su
due fronti opposti: le forze della Seconda Repubblica Spagnola e delle Brigate Internazionali da una
parte, i nazionalisti di Franco della
Divisìon Soria affiancati al Corpo Truppe volontarie italiane dall’altra.
Scrive Giuseppe Di Vittorio (Nicoletti), commissario politico
della XI Brigata internazionale su «l’Unità» (a. IV, n. 4):
“E’ l’ora di agire!
Come é stato pubblicato su tutta la stampa estera, e come la stessa stampa
fascista ha implicitamente riconosciuto, quando ha dichiarato che le divisioni
operanti sul Guadalajara erano quelle stesse che avevano occupato Malaga, l’attacco
fascista sul Guadalajara è stato scatenato unicamente dalle divisioni dell’esercito
regolare italiano, potentemente armate e munite di quell’attributo della «civiltà»
fascista che è rappresentato dalle brigate speciali di gas e d’iprite! Ancora
una volta, dunque, Mussolini ha calpestato cinicamente tutti i trattati, tutte
le leggi internazionali, tutti i patti di non intervento che portano la sua
firma, ed ha posto l’Europa di fronte al fatto brutale della guerra. Perché è di
questo che si tratta: un imponente corpo d’armata dell’Italia fascista, membro
del Consiglio della Società delle Nazioni, ha invaso la Spagna e conduce una
guerra di sterminio e di conquista sul suo territorio, la cui integrità è garantita
dalla stessa base costitutiva della Società delle Nazioni. Questa è la più
grave aggressione guerresca compiuta in Europa dopo la grande guerra. E’ giunta
l’ora di agire con prontezza e col massimo vigore, specialmente per noi, per le
masse popolari italiane, per tutti gli italiani liberi che intendano concorrere
a salvare - con la pace del mondo - l’onore e i veri interessi nazionali del
nostro paese. L’aggressione di Mussolini contro la Repubblica spagnola è un
nuovo tradimento contro l’Italia, perché può provocare una nuova guerra europea,
esponendo il nostro popolo all’isolamento e alla catastrofe. Quest’aggressione
disonora l’Italia, presentandola come spergiura, rinnegatrice delle sue firme,
violatrice di tutti i trattati, fomentatrice di guerra. Quest’aggressione
umilia ed offende il popolo italiano, il popolo di Garibaldi, costringendo i
suoi figli soldati a compiere la funzione spregevole di carnefici mercenari del
popolo spagnolo, di un popolo fratello che lotta con tanto eroismo per la
libertà propria e del mondo. Il popolo italiano non può accettare, non può
subire questo tradimento e questo disonore per il nostro paese. Tocca a tutte
le organizzazioni antifasciste, a tutti gli esponenti dell’opinione libera dei
vari strati del nostro popolo, di unirsi rapidamente, di porsi alla testa del
popolo italiano e di parlare e di agire in suo nome, in Italia e nel mondo. Il
popolo italiano ha offerto una nuova prova che esso non è con Mussolini; che
esso è contro Mussolini e la sua politica di guerra e di sbirro carnefice al
servizio delle caste reazionarie d’Europa. Lo hanno dimostrato le centinaia di
soldati ed ufficiali italiani che, al primo contatto con l’esercito popolare spagnolo
- e in particolare col nostro Battaglione Garibaldi - sono passati nelle file
dei volontari della libertà, al canto non dimenticato di Bandiera Rossa. E’ per
questo che noi salutiamo con la più grande emozione la grande vittoria
riportata nel Guadalajara dall’eroico esercito repubblicano e dai nostri
valorosi garibaldini. Le orgogliose divisioni di Mussolini, malgrado il loro
temibile armamento, sono state infrante dall’esercito del popolo spagnolo,
perché questo combatte per gli ideali di libertà che vibrano nei cuori degli
stessi soldati italiani. La sconfitta delle divisioni di Mussolini in Ispagna,
non è una sconfitta dei soldati italiani. E’ una vittoria del popolo e dei
soldati d’Italia contro Mussolini, contro la tirannia fascista, contro la
guerra, per la conquista della libertà. E’ una vittoria della giusta politica
del Partito comunista d’Italia. A coloro che si sono abbandonati alle più astruse interpretazioni della politica del
nostro Partito, possiamo rispondere con
un nuovo esempio. La fraternizzazione di cui parliamo, è anche
quella che realizza il Battaglione Garibaldi con i soldati inviati da Mussolini
a soffocare nel sangue la libertà del popolo spagnolo. Gloria all’esercito
popolare della nuova Spagna, che difende con tanta bravura la libertà di tutti
i popoli contro il fascismo internazionale! Gloria all’eroico Battaglione Garibaldi,
che rappresenta così nobilmente il popolo italiano sul fronte della libertà,
che salva coi suoi sacrifici l’onore del nostro paese, che ha saputo aprire ai
fratelli reclutati e traditi da Mussolini la via della liberazione e della
riscossa. Il Battaglione Garibaldi agisce e vince. Tocca, ora, alle masse
popolari, a tutti gli italiani liberi, di agire alla propria volta, perché
divenga rapidamente una realtà il grido che deve echeggiare in tutte le città e
in tutti i villaggi. Via le truppe italiane dalla Spagna!”.
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